Il 28 dicembre del 1865 Giuseppe e Valentino Martina, distintisi come conduttori di cottimi nei lavori del parco ferroviario della Südbahn, si aggiudicano all’asta per 551 fiorini il "Ronco di S.Bartolomeo", un fondo in Chiusaforte di proprietà della fabbriceria parrocchiale comprendente una casa appena costruita, e ne perfezionano l'acquisto il successivo 5 febbraio del 1866 avviando così l’attività della locanda dei fratelli Martina.
Le prime notizie compaiono il 25 giugno del 1880 sul Giornale di Udine: si consigliano alcuni itinerari turistici lungo la Val Raccolana con la possibilità di riposarsi dai fratelli Martina. Il primo cliente a lasciare una traccia fino ai nostri giorni è lo studioso di Innsbruck Theodor Gartner, fermatosi a pranzo il 5 settembre del 1881. Dei fratelli Martina si parla ancora nel 1882, a pag. 60 della guida "Von St. Michael nach Udine" compilata da Markus Freiherr von Jabornegg-Gamsenegg, e nel 1883, nella guida “Südbaiern, Tirol und Salzburg” di Karl Baedeker. Nel 1884 Theodor Gsell-Fels, nel suo „Ober-Italien“, descrive il viaggio in treno scendendo da Pontebba, dove conta e riconta tunnel e viadotti, rimanendo colpito da quel punto poco prima di Chiusaforte dove fiume, carrozzabile e ferrovia si sovrappongono facendosi strada a forza: i fratelli Martina sono nominati a pag. 51. Altre citazioni arrivano il 18 settembre 1885 sulla Patria del Friuli; nel 1888 nella guida “Südbaiern, Tirol und Salzburg”; nel 1894 in “Guida del Canal de Ferro”, pubblicata dalla SAF, dove è scritto Martina Valentino (per pranzo e alloggio soltanto ad alpinisti o persone raccomandate); in un articolo apparso su Il Friuli del 24 settembre 1895; nel 1903 in “Markt-Tarvis in Ober-Kärnten” di Johan Siegel; su il Paese del 20 luglio 1906; sulla rivista slovena Planinski Vestnik nel 1908 a firma Enrick Tuma.
Nel 1901 subentra nella gestione la seconda generazione e Valentino di Valentino Martina rinnova ed amplia la vecchia locanda trasformandola in un albergo di grande prestigio per l’epoca. Qualche vecchio di famiglia narrava di posate d’oro ai tavoli ma il motto del locale era :”ambiente distinto, ottima cucina, prezzi modici”
Con lo scoppio della prima guerra mondiale l’Albergo diventa sede del comando del 1° Reggimento Alpini che, dopo Caporetto, lascia letteralmente il posto al comando della 59.Gebirgsbrigade della Decima Armata austroungarica. In seguito verrà adibito ad ospedale militare. Quando Valentino Martina rientra in paese, nei primi mesi del 1919, troverà l’albergo completamente inagibile. L'attività riaprirà al pubblico solo il 6 gennaio del 1921.
Nel primo dopoguerra l’Albergo Martina è tra i più noti della zona, sui vecchi registri è possibile ancora leggere tra i nomi degli ospiti quello del prof. Giulio Paoletti, botanico, con la moglie Giuseppina Mariacher; l'armatore Martinoli e la contessa Alice Sforza da Trieste; il prof. Celestino Ficai, docente di chimica industriale all’università di Bologna; il comm. Emilio Lecchi; il comm. Aristide Bonini, direttore della “Cassa di Risparmio di Udine”, con la moglie Emma Marcuzzi. Moltissimi alpinisti tra i quali Arturo Ferrucci, Enrico Bonanni e Vittorio Cesa; il pittore buiese Ernesto Mitri, il fotografo Carlo Franzeri, l’industriale di Martignacco Arturo Monino con autista al seguito, la pittrice ungherese Olga Fisch, lo scrittore e disegnatore Bruno Riosa. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale l’Albergo diventa sede del Municipio, dell’Annonaria, ambulatorio medico, sede del comando tedesco, deposito di armi della resistenza; si salva miracolosamente dai bombardamenti del ’43 e ’44. Negli anni ’50 l’albergo vede l’arrivo settimanale di comitive dall’Austria che si fermano nel viaggio verso le località di mare. Nel 1960 l'albergo Martina registra 604 ospiti. Il 6 gennaio del 1966 Enrico Martina festeggia i cento anni di attività al motto: “Tin nono, Tin pari, local centenari” (Valentino il nonno, Valentino il padre, locale centenario).
Il terremoto del maggio 1976 danneggia seriamente la struttura e nel febbraio del 2003, dopo lunghissimi lavori di recupero avviati a metà degli anni '90, la quarta generazione dei fratelli Martina riuscirà a riaprire le camere della storica attività al pubblico. Il ristorante riaprirà il 9 settembre del 2016 ed oggi offre pane, pasta e dolci fatti in casa, un ricco menù di carne e di pesce, specialità tipiche e di stagione cucinate, quando possibile, sullo storico focolare di famiglia.
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