Ieri, tra Udine, Pontebba, Pontafel e Tarvis si celebrò una vera festa internazionale per l'apertura della ferrovia Pontebbana, come avevamo annunziato. Ne diremo brevemente quanto il tempo ci concede, dopo una giornata tutta occupata lungo la linea e le emozioni provate durante questa solennità.
Di bel mattino, partendo il treno speciale alle sei cogli ospiti e rappresentanti venuti da Roma e Milano, Venezia e d'altronde e gl'invitati di Udine, s'ebbe un bell’augurio dagli splendori della luna ad occidente e dall’aurora che annunziava il sole a levante.
Ai viaggiatori si presentava d'un tratto il panorama delle Giulie e delle Carniche Alpi, che fanno fondo alla pianura friulana, come una scena delle più pittoresche. Era un chiedere ed un rispondere continuo sulle varie posizioni. E qui si additava da una parte il luogo dove sorge Cividale, l’antica capitale del Ducato longobardo, che vuole pure congiungersi ad Udine con ferrovia; là il Canino che primeggia tra i nostri monti, altrove il varco che ci attendeva tra le Alpi, o le prealpe del Cavallo, che si spinge innanzi a recingere il nostro paese.
Poi, penetrando fra i colli morenici che ondeggiano nel nostro pedemonte, tutti ne ammiravano l’amenità e la varietà delle vedute.
Poi si veniva alle porte (Puartis) della Carnia, accostandoci a Moggio, che sorge sulla dritta del Fella e che crebbe, come tanti altri paesi, negli ultimi anni per le operose espansioni dei nostri compatrioti, cui altri paragonava in questo ed altro ai piemontesi, al di là delle Alpi per cagion di lavoro, il cui frutto cercano di apportare alla patria; finalmente a Chiusaforte ricordammo la ragione del nome di questo forte, friulano prima e poscia veneziano, nelle strette di quei monti; poi via via andando verso Dogna e Pontebba si aveva occasione di ammirare del pari le opere della natura e quelle dell’arte. Per cui, dopo scesi alla stazione provvisoria di Pontebba, costruita in legname, ed abbandonato il nostro treno, ci avviamo pedestri al ponte che divide ed unisce Italia ed Austria, Friuli e Carinzia, sul torrente che si chiama appunto Pontebbana, potemmo comprendere il significato delle iscrizioni che ornavano da una parta e dall’altra gli archi decorati di sventolanti bandiere, sull’uno dei quali si leggeva: Ars, scientia, labor, sull’altro: Salve Italia, salve Austria.
Fra i due archi e su quel ponte seguì il saluto ed il ricevimento fra i rappresentanti ufficiali dei due paesi, scambiando fra loro cortesi parole quali la circostanza solenne le chiedeva, e che s'intendevano quindi anche dai non parlanti entrambe le lingue.
Alcuni dei nostri rimasero a Pontebba, mentre quaranta andavano, dopo una squisita colazione, alla magnifica stazione di Pontafel, col treno della Società Rudolfiana, ad incontrarsi a Tarvis cogli altri quaranta, che sarebbero poi ridiscesi con noi da Pontafel ad Udine.
Come tutti notavano il diverso carattere delle abitazioni tra i due contigui paesi di Pontebba e Pontafel, così lo facevano salendo nella parte superiore della valle del Fella, che invece delle ripide a sassose montagne, che sorprendono con aspetti pittoreschi, presenta in campo più largo boschi e praterie che allegrano la vista. La stazione di Seifnitz è a 805 metri sopra il livello del mare, mentre quella di Pontafel è a 569 metri, e quella di Udine a 109. Si sale e si scende dunque sempre sopra un pendio moderato che renderà questa ferrovia una delle più utili ai traffici internazionali.
Discesi e giunti alla stazione di Tarvis, donde si dirama un'altra linea per Lubiana, ci fu il ricevimento ufficiale, colla presentazione delle diverse Rappresentanze, tanto politiche ed amministrative, come tecniche, cittadine e commerciali. Da per tutto bandiere, festoni, spari di mortaretti lungo la linea al ritorno, e la banda musicale di Tarvis ci accompagnava poi nel treno stesso ed a Pontafel faceva sentire i suoi suoni, mentre ci si diede uno splendido déjeuner alla stazione.
Ivi il comm. Mussi colse l’occasione per innalzare un evviva al Sovrano dell’Impero Austro-Ungarico, come il comm. Novack, rappresentante il Governo della Carinzia e dello Stato vicino, lo fece al nostro Re.
Altri brindisi, tanto in lingua tedesca come in lingua italiana, ricordarono l’importanza della nuova ferrovia internazionale, la grande utilità che essa può avere per i mutui scambi per collegare gl’interessi dei popoli dalle due parti delle Alpi, per farli gareggiare amichevolmente nelle opere pacifiche della civiltà.
Passate così un paio d’ore, ci riunimmo coi nuovi ospiti nel Treno che ci condusse ad Udine, facendo in parecchie stazioni delle fermate ed accogliendo i sindaci dei paesi lungo la linea. Dappertutto, in tutte le stazioni da Tarvis a Udine, una quantità di gente ci salutava: alle stazioni di Venzone e Tarcento avemmo anche i saluti di quelle bande musicali. Quando poi si giunse ad Udine, si trovò che tutta la popolazione si era versata nella stazione, e ne’ suoi pressi e lungo le vie, per dove passarono le carrozze delle famiglie udinesi che conducevano gli ospiti ed invitati ai rispettivi alloggi. Non possiamo dire quanto questo ricevimento tornasse gradito a tutti i nostri ospiti tanto tedeschi, quanto italiani.
Le sale della Loggia ci accolsero più tardi, ed ivi nelle conversazioni durante il pranzo, e prima e dopo, si scambiarono idee e parole, che mostravano come questa bella occasione era stata colta da tutti volentieri, e che essa serviva a stringere delle conoscenze, i cui effetti non potranno svanire come quelli d'un fortuito incontro.
Va da sé che anche qui si fecero i brindisi ai Sovrani, ai popoli vicini, ai promotori de autori tecnici delle opere stupende della ferrovia Pontebbana, al collegamento degli interessi dei due Stati, al modo di promuovere col commercio e di usufruire quanto più è possibile la nuova ferrovia. Il presidente della Camera di Commercio di Klagenfurth ricordò come quella onorevole rappresentanza ebbe sempre, tanto prima quanto dopo il 1866, valida cooperazione da quelle del commercio di Venezia e di Udine per ottenere l’opera ora facilmente compiuta; e gli rispose quello della Camera di Venezia.
Il nostro prefetto, commendatore Mussi, lesse alcuni telegrammi di personaggi che si scusavano di non potere intervenire all'inaugurazione; e tra questi dell’onorevole Villa Ministro, dell’onorevole Sella, dell’onorevole Maurogònato, dell’onorevole Lampertico e dell’Onorevole Cavalletto. Noi ricordiamo che fu appunto il Sella che presentò al Parlamento e fece accettare la legge per la costruzione di questa ferrovia. Il signor Volpi, presidente della Camera di Commercio di Udine, lesse pure un telegramma di un altro valido promotore di questa ferrovia, del cavaliere Moritsch, valente industriale e commerciante della Carinzia e deputato al Parlamento di Vienna.
Stretti dal tempo e dallo spazio non abbiamo potuto raccogliere oggi che le reminiscenze di una giornata che rimarrà scolpita nella memoria di tutti coloro che assistettero alla festa.
Giornale di Udine, 31 ottobre 1879