Descrizione della Fortezza e del Canale della Chiusa visitato da Giov. Batt. Pittiano da S.Daniele
A dì 11 luglio 1577 fui io Giov. Battista Pittiano Dottor alla Chiusa sopra Venzone, ove tra le due torri dei ponti sulla porta di ferro nel muro trovai la infrascritta memoria intagliata in sasso: 1342 Ind. u. Soc opus fecit fieri R.mus D. D. Bertrandus Aquilegiensis Patha dignissimus qui multa bona et honores eximios dicte Aquileien. Eccle aquisivit edificavit et de novo construxit. Evvi l'abitazione piccolissima ed attaccata malamente ai creti del monte per la strettezza del passo fra le montagne e la Fella, nè altro di buono che quelle due torri piccole l'una di qua e l’altra di là sui ponti della stradella. Ed in questa abitazione sta il Castellano nobile veneziano con sei soldati la notte di guardia ma io ne vidi uno solo; ed il castellano era da basso sì poco onorevole che non l'avrei mai tenuto per castellano nobile, ricusò di mostrarmi la stanza. Vidi ben sopra il muro in quattro cannoniere quattro pezzi di artiglieria ma sottili e piccoli; dicono che ve ne sono degli altri ed alcuni grossi. Di là del ponte della torre suddetta che risguarda verso l'Alemagna e il creto distesamente intagliato sino alla bassura del letto della Fella che passa tra quei monti assai grossa, ma la strada si conserva per due ponti fatti su puntelli per ugualiarso. La strada che è alta pel crescente della Fella, è tagliata nelle pendici del monte per carri, cavalli e pedoni che di là non ponno passar nè andar per altra via per l'acqua del fiume che va da basso e per l'asprezza di altissimi monti da ambe le sponde di detta Fella. Talché levati quei ponti e impossibile venir per la strada. ne per la strada di là offendere tali torri ed abitazione, sicchè per questo si tiene il luogo per fortezza ed atto a ritenere ed impedire chiunque da Alemagna nemicamente volesse venire in Italia, e pochissimi impedirebbero il passo ad infinito numero; quali impediti dall'angolo del monte che poi dà volta su quei ponti suddetti, non potrebbero nuocere a quelli della Chiusa, che in vero chiude quel passo della strada ed anco difende il passa contro coloro che volessero passar per l'alveo della Fella perche li soprastà. Ma potendosi lasciar la strada e farla per l'alveo della Fella che ancorché assai grossa pur in infiniti luoghi si sguazza, il che tanto più si farebbe in caso di guerra perchè si sguazzano maggiori fiumi, perchè tiene più del torrente che del fiume e tenendosi la strada per l'alveo con un sol tiro di grossa artiglieria si butterebbe a terra l‘abitazione suddetta mal compaginata ed attaccata alli creti, e le torri ancora si ruinerebbero con l'artiglieria in pochissimi tiri, perché sarebbero bersaglio a quei di fuori che fossero nell’alveo della Fella. Però sui detti ponti è fatta una rosta grandissima e fortissima di grossissimi legnami inchiodati e legati con grossi chiodi e catene di ferro, qual rosta è tre passi alta e tiene gonfia l'acqua della Fella da parte di sopra; ma rotta detta rosta, come si fa dai nomici, l'acqua non sarebbe impedimento al passaggio. Questo solo trovo di considerazione che chi fosse signore delle creste delle montagne che sono di qua dal e di là in tal passo della Chiusa, potrebbe impedire tal passaggio per l'alveo della Fella con far rotolar giù sassi dalle cime suddette al basso che fracasserebbero le genti che volessero passare se fossero nemiche e lo facilitassero con non lasciar dette cime ai nemici che potrebbero offender e se i nemici fossero signori della cima della montagna sopra la Chiusa col gettar giù sassi potrebbero ruinar detta abitazione e torri e chi volessero opporsi. La Chiusa ha una villetta cosi chiamata, ma di pochissime case ed alquanto discosta dall’abitazione suddetta verso Venzone ove è la chiesa; le abitazioni e stanze sono coperte per il più di tavole e ciò si per le nevi che più tosto si disfacino per la pendenza de’ coperti, si per i venti eterni che regnano tra quei monti che porterebbero via i coppi, ma non le tavole per essere chiodate. La giurisdizione della Chiusa e del Canale è della Badia di Moggio; nella Chiusa giù si riscuoteva la Muta che si riscuote ora in Venzone dei vini e delle merci che vengono e vanno in Alemagna: si riscuote ancora oggidi in la Chiusa un'altra gabella chiamata il Pontasio, qual è dei nobili consorti di Prampero, quali sono tenuti a tener le strade e ponti in concio e perciò riscuotono il pontasio che ascende all'anno ducati. 700 e talora più e talora meno secondo che viene frequentata la strada. Ritornando da detta Chiusa a Venzone dopo la villetta della Chiusa si trova la villa di Chiampolar, quale ha la chiesa, ma poche case al modo sudetto e per il più di tavole e non di muro: in detta villa si segano tavole ed ha molti legni su quelle montagne. Poco più in giù si trova la villa di Casasola senza chiesa e dal nome si può comprendere la grandezza. Più giù è Villanova di poche case all'usanza di siffatte e senza chiesa, e cavalcando per questa strada, che è a man destra della Fella ritornando dalla Chiusa a Venzone, si passa per un ponte di legno la Fella e si entra nella strada a man sinistra della Fella per la qual camminando si va a Risiutta, villa così detta perchè ivi la Resia, fiume, sbocca in la Fella...
Tratto dal bollettino parrocchiale di Chiusaforte dell'aprile 1941.
Disegno della Chiusa dalle Cronache della S.A.F., 1883
Trattoria F.lli Martina
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Ud)
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